Chi non muore...

Chi non muore si rivede, recita un vecchio adagio. E il Milan si è rivisto. Si è rivisto tonico, perentorio, concreto, compatto, tenace, e umile. Come non si rivedeva da tempo. Troppo tempo.
Quattro gol alla Lazio capolista per dimostrare di non essere morti, quattro gol per confermare quel proverbio, per ribadire l'esistenza in vita. Quattro perle, una migliore dell'altra: dal flipper con rete di potenza di Seedorf, al missile di Zambrotta; dall'incornata in area di Pato, all'altro siluro sganciato da Kakà.
Un poker che rende vana la rete della bandiera biancoceleste, siglata dall'inarrestabile Zárate (4 centri in 3 gare per lui).
Tra i migliori di Ancelotti menzioniamo Abbiati (splendido su Pandev nel finale, cui respinge un tiro da tre metri, deviandolo alto sopra la barra trasversale), Ambrosini, Gattuso (rientro record il suo; match ottimo anche nel paradossale ruolo di "vice Pirlo"), Borriello (che torna persino a difendere quando là dietro le cose si mettono male), Jankulovski e Seedorf (che hanno giocato molto per la squadra).
Gli unici due nei sono stati l'insicurezza di Kaladze (la Lazio l'ha capito e spesso ha tentato di pungere proprio dalle sue parti) e la scarsa incisività di Dinho, che probabilmente è ancora legata al discorso sulla condizione fisica non ancora ottimale.
A Reggio Calabria avranno visto la partita... Si spera non abbiano già trovato l'antidoto per questo potenziale nuovo Milan.

Nicola Piras

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