Inzaghi c'è!

Continua il periodo positivo del Milan in generale, e di Inzaghi segnatamente. Se la squadra rossonera mantiene il trend dei tre punti anche in quel di Livorno, lo deve in particolar modo a SuperPippo, capace, quando è in condizione fisica ottimale, di giocare partite eccelse. Solo nell'ultima sfida ha siglato tre reti (attualmente detiene una media strepitosa di un gol a partita, cioè 16 gol nelle 16 partite giocate); la ciliegina è di Seedorf, che va in gol con un mancino potente e ravvicinato. Unico neo, la pecca difensiva, che consente al croato Knezevic di siglare il "gol della bandiera". Ad ogni modo la rincorsa alla Champions League è più che mai aperta, soprattutto se consideriamo il pareggio-beffa subìto al 94' dalla Fiorentina, ad opera di Gastaldello. Ora "la viola" è a soli due punti, e il derby appare come la peggiore delle partite per tentarne l'aggancio. Ma la speranza, si sa, è l'ultima a morire.

Nicola Piras

Reggina Fair Play

Il Milan, in casa, contro la Reggina, è tornato ai livelli di due anni fa, con un Kakà strepitoso (tripletta per lui, di cui due gol su rigore) con un Seedorf nuovamente capace di belle giocate (tuttavia non irresistibile in copertura, quando c'è da arretrare e difendere), con un Inzaghi in gol e fisicamente brillante (quinto timbro in tre incontri), con un Pato che è entrato, ha centrato un palo e ha segnato il suo ottavo gol stagionale.
Campagnolo ha fatto grandi parate, e ha deviato con la punta delle dita un tiro di Pirlo senza che Farina se ne accorgesse; il portiere ha dunque ammesso di aver toccato la palla e l'arbitro gli ha stretto la mano, compiaciuto. Il fair play continua con le tifoserie che, vicendevolmente, si applaudono, e intonano cori l'una a sostegno dell'altra. Un bel match, davvero civile, onesto, bello nel gioco, nel punteggio (pieno), e nel risultato (5-1 al momento del riposo finale decretato da Farina). A Livorno cerchiamo altri tre punti, nella speranza, cinica e poco galante, che la Fiorentina, nel prossimo turno, perda coi liguri blucerchiati. Scaramanticamente incrociamo le dita...

Nicola Piras

Doppio doppio

Un match equilibrato, insolitamente coinvolgente (almeno per chi segue il Milan di quest'anno), quello dell'Olimpico. Bianconeri presto in vantaggio con Del Piero al 12', e rimontati altrettanto subitaneamente da una doppietta del redivivo Inzaghi (14' e 31'), che illude il Diavolo di poter comandare in casa della Vecchia Signora. In chiusura di un gran primo tempo la Juventus trova il pareggio con Salihamidzic. Tutto da rifare, per entrambe le formazioni. Secondo tempo meno spettacolare, ma di grande intensità, specie se ci riferiamo al lato agonistico: al 66' espulso Bonera per un brutto, bruttissimo fallo su "Momo" Sissoko, che all'istante del contatto pareva aver subìto una brutta frattura della tibia (agghiacciante col senno di poi, pensando a Taylor, in Premier League), poi all'80' decide ancora Salihamidzic. Doppio doppio: doppio Inzaghi e doppio Salihamidzic. A questo punto è Del Piero l'elemento discriminante, l'ago della bilancia. Come merita di essere un campione del suo calibro.

Nicola Piras

4 mori, 4 gol

Quattro mori, simbolo di Sardegna, quattro gol. Detta così sembra che il Cagliari sia un talismano per il momento infausto del Milan. In realtà il Cagliari, piuttosto abile palla a terra, non ha mai dato un sentore di arrendevolezza, tant'è che, complice un Kalac quantomeno insicuro (palla parata, ma sgusciata sotto l'ascella), sigla una rete con Conti. Ma il vero segreto del Diavolo è il rientro di due pedine importanti: se da un lato è stata evidente l'astinenza dalle progressioni di Kakà, dall'altro mancava anche la concretezza di un SuperPippo ritrovato alla soglia dei 35 anni (doppietta per lui). Assente Pato, dato, ahinoi, per fermo anche per il match di Torino contro la Signora, il Milan spera che questo match possa essere l'ennesimo start di un corsa alla Champions, che però vede la Fiorentina molto costante, e Udinese e Sampdoria in posizione asfissiante.
Quattro mori, quattro gol, quattro squadre per un posto nell'
Europa che conta. Quattro è solo un numero... alla faccia della cabala.

Nicola Piras

Un 1-2 da applausi...

L' effigie di un Paolo Maldini sarcastico, che ironicamente applaude il pubblico fischiante di San Siro è l'emblema di questo Milan. Un Milan che perde, ma che non accetta che glielo si faccia notare. Ennesima caduta, stavolta per mano di un'Atalanta concreta e spavalda. Il Capitano opina che questa squadra ha comunque vinto tanto, e glielo riconosciamo. Ma la casacca numero tre è un calciatore, non un tifoso. Maldini è un uomo ricco, e questo anche grazie ai soldi spesi da noi tifosi. Maldini, plurimilionario, prima di applaudire con sdegno, dovrebbe rendersi conto che noi facciamo sacrifici per andare a vedere loro giocare (anche se giocare mi pare un eufemismo) e perdere contro chiunque: dall'Empoli, all'Atalanta stessa. Applaudisse ai suoi compagni, anziché a noi. Perché noi, fino a prova contraria, in tutto questo, siamo soltanto parte lesa. Fischiamo perché vorremmo di più dalla squadra che più di tutte ha vinto nel Mondo. E in Italia non riesce a sconfiggere compagini di rango realmente inferiore. Non neghiamo il nostro sostegno, ma vorremmo che la squadra lo meritasse. Allo stato attuale delle cose, però, i nostri applausi non sono esigibili, perché manca il giusto impegno. Un impegno da Milan.

Nicola Piras