Ibra, chi?

Dopo il derby n°269, traiamo alcune considerazioni:
Mourinho dice di non essere un "pirla", ma ha fatto ben poco per essere creduto
; lui è quello che non ride...almeno oggi ha una scusante per essere musone;
Ronaldinho non è solo un riempitivo dell'album Panini, ma segna, e lo fa (di testa), nella partita più cara a noi rossoneri;
Materazzi riesce a farsi espellere anche mentre non sta giocando (è uno che tende a migliorarsi);
Ibrahimo
vić è quel ventiseienne dello spot col Doctor House e nulla più;
Pato gioca e convince: ieri di paragoni con Balotelli non se ne sono sentiti;
Quaresma, con la "trivela", può tutt'al più trovare pozzi petroliferi in Kuwait, ma nella casa del Diavolo è quantomeno impalpabile.

Puoi gridarlo finché vuoi ma... MILANO SIAMO NOI!

Nicola Piras

"Mou", arriviamo!

Continua il momento positivo del Milan, che dopo le partite di Uefa e dello scorso turno di campionato, vince ancora, stavolta contro gli amaranto di Reggio Calabria. Tre punti importanti, tanto per la classifica, quanto per il morale, ma scaturiti tutt'altro che agevolmente. I calabresi si sono dimostrati molto avvezzi alla corsa, al pressing, e al raddoppio sul portatore di palla rossonero. Dunque reggini per nulla disposti a concedere qualcosa al Milan, che, anche per le defezioni di Senderos e Nesta, ha vissuto momenti di vero panico nel reparto arretrato in più occasioni (Brienza e Corradi fanno vedere i sorci verdi al solito spaesato Kaladze, e talvolta anche a Bonera, che sceglie male i tempi per contrastare la manovra calabrese). Dopo l'incornata di Borriello al 24', su preciso cross di Seedorf, il Milan si è fatto pareggiare nei secondi 45 minuti da Corradi. Il senese tiene in corsa la sua squadra fino al 30° della ripresa, quando Kakà crossa da destra per Pato, che con un piattone deciso annichilisce l'incolpevole Campagnolo.
In vista derby la vittoria fa piacere, ma la difesa è decisamente da rivedere. Bene invece il centrocampo muscolare con
Gattuso, Ambrosini, e Seedorf; Flamini dovrebbe contenere l'irruenza (avrebbe rimediato un'espulsione sacrosanta per l'entrata in ritardo su Halfredsson, se il signor Saccani non fosse stato così indulgente).
In attacco
Shevchenko dovrebbe sgobbare un po' di più, ma per ora accontentiamoci di vincere. La forma arriverà. Borriello e Pato, invece, sono già in palla. Peccato per l'infortunio del napoletano; sull'entità dello stop e del danno fisico, ne sapremo di più nelle prossime ore, ma è quasi certo il forfait contro gli uomini di Mourinho.
Ronaldinho farà faville nella sfida tutta meneghina di domenica sera? Incrociamo le dita.

Nicola Piras

Chi non muore...

Chi non muore si rivede, recita un vecchio adagio. E il Milan si è rivisto. Si è rivisto tonico, perentorio, concreto, compatto, tenace, e umile. Come non si rivedeva da tempo. Troppo tempo.
Quattro gol alla Lazio capolista per dimostrare di non essere morti, quattro gol per confermare quel proverbio, per ribadire l'esistenza in vita. Quattro perle, una migliore dell'altra: dal flipper con rete di potenza di Seedorf, al missile di Zambrotta; dall'incornata in area di Pato, all'altro siluro sganciato da Kakà.
Un poker che rende vana la rete della bandiera biancoceleste, siglata dall'inarrestabile Zárate (4 centri in 3 gare per lui).
Tra i migliori di Ancelotti menzioniamo Abbiati (splendido su Pandev nel finale, cui respinge un tiro da tre metri, deviandolo alto sopra la barra trasversale), Ambrosini, Gattuso (rientro record il suo; match ottimo anche nel paradossale ruolo di "vice Pirlo"), Borriello (che torna persino a difendere quando là dietro le cose si mettono male), Jankulovski e Seedorf (che hanno giocato molto per la squadra).
Gli unici due nei sono stati l'insicurezza di Kaladze (la Lazio l'ha capito e spesso ha tentato di pungere proprio dalle sue parti) e la scarsa incisività di Dinho, che probabilmente è ancora legata al discorso sulla condizione fisica non ancora ottimale.
A Reggio Calabria avranno visto la partita... Si spera non abbiano già trovato l'antidoto per questo potenziale nuovo Milan.

Nicola Piras

Buona la prima

"Buona la prima" è una affermazione dal duplice significato. Da un lato, la prima partita giocata in Uefa, è stata buona, almeno nel risultato (3-1 allo Zurigo); dall'altro bisogna prendere atto che, quella di ieri, è stata la prima partita ufficiale vinta dal Milan dall'inizio di questa stagione. Senza dubbio rappresenta un bel segnale, ma perdere col Bologna in casa, e col Genoa in trasferta, rende quasi velleitario ogni tentativo di sperare in uno scudetto che manca ormai da 5 anni.
Anche il discorso Uefa, etichettabile come positivo, lascia però aperte alcune questioni. Basti pensare che l'avversario era tutt'altro che irresistibile, e basti pensare che la formazione svizzera ha siglato due gol (uno annullato) a S.Siro.
Questo rende palese, se già non lo fosse abbastanza, l'inadeguatezza della fase difensiva, in particolar modo la carenza di un portiere. Del reparto arretrato si salvano l'ottimo Antonini e il rispolverato Jankulovski (gol per lui allo scadere della prima frazione), entrambi in vena di spingere, ma di rientrare a difendere all'occorrenza.
Bene Ambrosini e Flamini, da rivedere gli statici Seedorf e Ronaldinho; promosso Pato per il gol al 57', ma incostante nel rendimento, anche nella stessa partita. Bene Borriello, tonico, volenteroso e propositivo; sigla la terza rete al 74'.
Anonimo Shevchenko, ma probabilmente per una carenza fisico-atletica; lo stesso dicasi per Dinho. Entrambi sono senz'altro destinati ad apportare maggiore apporto alle fortune del Milan nelle partite a seguire.
Sul portiere Dida è meglio non proferire verbo...
Ad ogni modo conviene gioire per questa vittoria, considerando le defezioni di Nesta, Pirlo e Gattuso, e l'affaticamento di Zambrotta e Maldini. Speriamo di aver terminato la salita, e di intraprendere, finalmente, una lunga discesa.
Sarà con la Lazio di Zárate
che ne avremo la conferma?

Nicola Piras

Dove eravamo rimasti?

A giudicare dalla partita d'esordio del campionato 2008/2009, pare davvero che la sosta estiva non ci sia stata, così come pare non aver sortito alcun effetto il calciomercato stellare di quest'anno. Non che i nuovi acquisti non abbiano profuso il giusto impegno, anzi. Zambrotta, Flamini e Ronaldinho sono sembrati persino convincenti, un po' meno Shevchenko, che comunque gode di una forma fisica abbastanza buona; ciò che manca, a mio avviso, è un qualcosa a livello di gestione dello spogliatoio. Non so bene se a livello di stimoli, che inevitabilmente scemano nel lavorare con lo stesso allenatore, o a livello di rapporti tra giocatori (Ronaldinho è la star che ammalia il Meazza e oscura Seedorf; Shevchenko il "traditore" che ruba il posto a Pato, Inzaghi o Borriello). Ad ogni modo l'ingranaggio resta rotto, e benché la squadra di quest'anno sia ottima, rimane tuttavia incapace di esprimere un gioco commisurato alla caratura dell'organico. Il Milan, tutto sommato, ha provato nel secondo tempo a cambiare faccia, ma i tre punti, maturati dalle reti di Di Vaio e Valiani, hanno preso la Via Emilia, accasandosi bellamente in quel di Bologna. Inutile dunque la rete di testa di Ambrosini, propiziata dal cross del "n°80" brasiliano.
Nulla di fatto, dunque... E meno male che abbiamo tre Palloni d'Oro in squadra...

Nicola Piras