Diciotto

A volte basta un numero a mettere in comune fattori che normalmente non sarebbero correlati. Ed è Alberto Paloschi a farcelo notare. Ha compiuto 18 anni lo scorso gennaio, è entrato al 18° minuto della ripresa, e 18 è il numero di secondi che gli sono serviti per infilare Manninger con una rasoiata a pelo d'erba che passa inesorabile accanto al suo palo destro. Richiamato da Braida, ha dovuto lasciare Viareggio (dove si svolge il torneo riservato alle squadre giovanili) per mancanza di uomini nel reparto offensivo. E ha fatto bene, il buon Ariedo, perché visti i vari Ronaldo (infortunato per l'ennesima volta al ginocchio sinistro), Inzaghi (ancora non a pieno regime), Gila (fermato dal giudice sportivo) e Pato (alle prese con un trauma distorsivo alla caviglia sinistra), trovare la via del gol sembrava davvero un'impresa epica. Anche perché il Siena era tutt'altro che una squadra facile da affrontare: ben messa in campo e molto attenta, pungeva poco, ma cercava di trovare lo svarione del Diavolo, per punirlo. Ha persino segnato (gol annullato per offside molto dubbio) e centrato un palo (con Frick); più volte si è affacciato all'area presidiata da Kalac (strepitoso nel finale). Tutto sommato sembrava un match destinato all'"X" in schedina. Invece il talentino della Primavera, casacca numero 43, esordisce, segna, esulta e dà input a fiumi d'inchiostro. Riesce a far passare in secondo piano persino il giganteggiante Ambrosini e il funambolico Kalac. E tutto in diciotto secondi!

Nicola Piras

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