Unanimità

Quando c'è unanimità, significa che la questione è importante, rilevante. Due quotidiani sportivi (i più importanti del Paese peraltro), che escono il lunedì mattina con lo stesso identico titolo, sono cosa rara. Così come era raro vedere il Milan in testa alla classifica del campionato di serie A: non accadeva dal 2004, anno dell'ultimo tricolore accasatosi a Milanello.
Oggi ci godiamo questo primato tutto italiano, con tutte le cautele del caso, come la classifica corta, il campionato ancora lungo, i rigori generosi (che tolgono il sonno a Mourinho, ma non la voglia di polemizzare sempre e comunque), la squadra vecchia e votata al passato (secondo il patron nerazzurro Moratti), ecc.
Sarebbe ingiusto non farlo; del resto Ronaldinho merita un plauso (suo il gol allo scadere, complice una deviazione di Denis), così come tutta la squadra. Quest'ultima appare affamata e solida, come non accadeva da tanto tempo. Il Napoli non ce ne voglia... si metta l'animo in pace e cerchi di comprendere che noi aspettavamo da tanto un momento così.
Da quattro anni almeno.
Quattro anni di tribolazioni italiche, non già la stessa sorte in Europa e nel Mondo, in cui il Milan ha dato dimostrazione del suo valore, vincendo supercoppa continentale, coppa "dalle grandi orecchie", nonché titolo mondiale per clubs.
Quattro anni, ahinoi, infarciti da campionati in cui, complici verdetti sportivi discutibili, gli scudetti li vinceva chi aveva la pappa pronta, arrivava terzo in classifica, guardava un Milan penalizzato e una Juventus faticare in serie B, si arrogava il privilegio di poter comprare giocatori di prim'ordine e "profughi" juventini timorati della serie cadetta.
La pacchia è finita, gente.
Comanda il Milan (per ora).

Nicola Piras

0 commenti: